Terabust, Elisabetta

Immagini (Secondarie)
Didascalie

1. Elisabetta Terabust. Fonte: danzaeffebi.com

2. Elisabetta Terabust in Romeo e Giulietta. Fonte: archiviostorico.operaroma.it

Data di nascita
4 agosto 1946
Data di morte
5 febbraio 2018
Paese
Epoca
Categoria
Biografia

Elisabetta Magli, in arte Terabust, nacque a Varese nel 1946. Si formò alla scuola di ballo del Teatro dell’Opera di Roma sotto la guida di Attilia Radice, ex allieva di Enrico Cecchetti. Nel 1964, conseguito il diploma, entrò nel corpo di ballo capitolino dove continuò a perfezionarsi con Marika Besobrasova e Zarko Prebil. Durante la sua prima stagione sotto la direzione artistica di Massimo Bogianckino, pianista e musicologo romano che favorì le giovani promesse della compagnia, la Terabust interpretò i ruoli principali in Les Sylphides di Michel Fokine, La Carriera di un libertino di Ninette De Valois e Giselle di Coralli-Perrot. Nel 1965 debuttò nel ruolo di Aurora ne La bella addormentata di Marius Petipa, conquistando pubblico e critica per la precisione tecnica e la personalità artistica. Nel 1966 incontrò il ballerino danese Erik Bruhn, una delle personalità più importanti per la sua formazione, che la scelse per il pas de deux di Romeo e Giulietta, per La Sylphide di August Bournonville e con il quale danzò più volte. Nel giugno dello stesso anno, a soli due anni dal suo ingresso in teatro, fu nominata prima ballerina. Il debutto avvenne l’anno seguente e coincise con la prima stagione romana del nuovo direttore artistico, Aurel Milloss. Oltre ad affermarsi nei grandi classici del repertorio, la Terabust fu la principale interprete delle coreografie di Milloss, in particolare in La Follia d’Orlando (1967) e La Pazzia senile (1968). Nel 1968, in virtù dei successi ottenuti, fu invitata al Teatro Comunale di Bologna per danzare Paquita e al Festival dei Due Mondi di Spoleto per la prima assoluta di Estri di Milloss. Nel 1970 sposò Giancarlo Vantaggio, ballerino del Teatro dell’Opera e figura fondamentale nella sua vita anche dopo la separazione. Dopo aver trionfato nella Cenerentola di Zarko Prebil (1971), interpretazione che le valse la Maschera d’argento, nel 1972 ottenne il titolo di étoile.
Dal 1973 intraprese una carriera internazionale collaborando con il Ballet de Marseille diretto da Roland Petit, con il London Festival Ballet (oggi English National Ballet) e si esibì inoltre in numerosi teatri e festival italiani. Le sue interpretazioni più celebri furono: Romeo e Giulietta al Deutsche Oper am Rhein di Düsseldorf; Infiorata a Genzano e il pas de deux del IV atto del Don Quixote al Teatro alla Scala di Milano nella serata Étoiles de la danse; Lo Schiaccianoci di Nicholas Beriozoff al Teatro Regio di Torino.
Nel 1976, per divergenze con il Consiglio d’amministrazione del Teatro dell’Opera, lasciò la compagnia e tornò al Ballet de Marseille dove danzò gran parte del repertorio di Petit, distinguendosi in particolare in Carmen, Notre-Dame de Paris, L’Arlésienne e Coppélia. Nel dicembre dello stesso anno il coreografo francese creò per lei una nuova versione de Lo Schiaccianoci che debuttò con grande successo al Théâtre des Champs-Elysées di Parigi.
Nel 1977 fu scritturata come permanent company member al London Festival Ballet dove rimase fino al 1987 danzando importanti balletti come La Sonnambula di George Balanchine (1977), Romeo and Juliet nella versione di Rudolf Nureyev (1977), Etudes di Harald Lander (1979) e Onegin di John Cranko (1979). Va segnalato l’incontro avvenuto nel 1978 con il coreografo americano Glen Tetley, del cui stile divenne un’ottima interprete conquistando pubblico e critica in Greening (1978) e Sphinx (1979). All’interno della compagnia inglese i suoi partner più importanti furono Rudolf Nureyev, che l’avviò allo studio della tecnica Stanley Williams, e Peter Schaufuss, grazie al quale diventò un’acclamata interprete dello stile bournonvilliano.
Negli anni Ottanta iniziò la sua collaborazione artistica con l’Aterballetto, compagnia allora diretta da Amedeo Amodio che per lei coreografò vari balletti come Romeo e Giulietta (1987), Schiaccianoci (1989) e Psiche a Manhattan (1984). Si distinse inoltre in Artifact 2, rinominato in seguito Steptext, di William Forsythe, Verdi Variations di Kenneth MacMillan e Jardin aux Lilas di Antony Tudor.
Parallelamente continuò a esibirsi come guest artist nelle più importanti compagnie e nei festival più rinomati. Tra le sue apparizioni sono da ricordare: Le Corsaire con Mikhail Baryshnikov al Gran Gala delle Stelle Internazionali di Chicago (1977), Napoli di August Bournonville al National Ballet of Canada (1981), Giselle con Peter Schaufuss al Teatro alla Scala di Milano (1983), Lo Schiaccianoci con Patrick Dupond al Maggio Musicale Fiorentino e Giselle con Charles Jude all’Arena di Verona (1985).
Le sue ultime interpretazioni furono Charlot danse avec nous (1991) al Ballet de Marseille e Valse triste ou le Retour des cygnes (1992) all’Opera di Roma, entrambi creati appositamente per lei da Petit.
Nel corso della sua carriera ha assunto la direzione delle più importanti compagnie italiane: il Teatro dell’Opera di Roma (1990-1992), il Teatro alla Scala di Milano (1993 -1997; 2007 – 2009), il MaggioDanza (2000-2002) e il Teatro San Carlo di Napoli (2002-2006), sostenendo una nuova classe di coreografi, tra i quali Virgilio Sieni, Enzo Cosimi e Massimo Moricone, e promuovendo sulla scena internazionale una nuova generazione di ballerini, primi fra tutti Roberto Bolle e Massimo Murru, da lei nominati primi ballerini durante la sua prima direzione al Teatro alla Scala. Dal 1990 al 1992 e dal 1997 al 2000 assunse la direzione della Scuola di Ballo del Teatro dell’Opera di Roma.
Numerosi i premi e i riconoscimenti che le sono stati conferiti, quali il Premio Positano (1969), La Maschera d’argento (1972), la Medaglia di Roma (2012) e la nomina di Direttrice onoraria della Scuola di Danza del Teatro dell’Opera di Roma. È morta a Roma nel febbraio 2018.

Elisabetta Terabust è stata una delle più acclamate ballerine italiane del secondo Novecento. Nota per l’estremo rigore nello studio, la grande professionalità e la forte presenza scenica, fu un’artista versatile, stilisticamente impeccabile sia nel grande repertorio classico che nelle creazioni dei coreografi contemporanei. Danzò con i più celebri ballerini del tempo, tra i quali Rudolf Nureyev, Erik Bruhn, Paolo Bortoluzzi, Peter Schaufuss, Patrice Bart, Vladimir Derevianko e Alessando Molin.

Risorse web

Immagini di Elisabetta Terabust conservate presso la Fondazione Giorgio Cini.

Elisabetta Terabust alla sbarra – Rai Scuola.

Progetti di danza – Ritratto d’artista: Elisabetta Terabust (RAI 5).

Intervista a Elisabetta Terabust – Rai 5

Bibliografia

Emanuele Burrafato, Elisabetta Terabust. L’assillo della perfezione, Roma, Gremese Editore, 2013.

Vittoria Ottolenghi, Terabust, Elisabetta, International Encyclopedia of Dance, a cura di Selma Jeanne Cohen, Oxford University Press, New York, Oxford, 1998.

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SMO

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Modificato
10/01/2020

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