Nihavend Taksim

1. Tanbûrî Cemil Bey in giovane età.

2. Etichette di due dischi 78 giri registrati da Tanbûrî Cemil Bey per le etichette Orfeon Records (la prima casa discografica turca) e Regent.

3. Tanbûrî Cemil Bey mentre suona il liuto a manico lungo tanbûr.

Area geografica di riferimento
Aree geo-culturali
Nome del paese
Interprete/interpreti

Tanbûrî Cemil Bey (1873-1916)

Autore/autori

Tanbûrî Cemil Bey (1873-1916)

Anno di registrazione
1910-1914
Video di presentazione

Tanburi Cemil Bey - Nihavend Taksim

Tanburi Cemil Bey - Şedâraban Saz Semâisi

Descrizione

Quella di Tanbûrî Cemil Bey (1873-1916) è senza dubbio la figura di musicista di maqâm ottomano più rappresentativa del periodo a cavallo fra XIX e XX secolo, e la sua carriera risulta emblematica nel sintetizzare il gusti musicali, le innovazioni e le tensioni dell'epoca che ha portato alla fine dell'Impero ottomano e alla nascita della moderna Turchia (1923).

Cemil Bey si avvicinò alla musica in giovane età sotto la guida del fratello maggiore e in seguito proseguì brevemente gli studi con il maestro Tanbûrî Ali Efendi. Successivamente si dedicò alla musica da autodidatta dimostrando un talento fuori dal comune arrivando a padroneggiare moltissimi strumenti fra cui il kemençe (liuto ad arco), l'ūd (liuto a manico corto), il violoncello, il clarinetto e soprattutto il liuto a manico lungo tanbûr, sul quale raggiunse livelli di virtuosismo al tempo inauditi.

Divenne famoso in tutto al mondo ottomano attraverso le registrazioni delle sue improvvisazioni (taksîm) e delle su composizioni incise fra il 1910 e 1914 per le case discografiche Blumenthal (Orfeon Records) e Regent. Affiancò alla sua attività principale di solista anche quella di compositore, componendo brani sia di generi strumentali (peşrev e saz semâî) sia vocali (şarki), e quella di teorico musicale, scrivendo trattati di carattere musicologico. Negli ultimi anni della sua vita fu attivo come musicista presso i circoli musicali della corte del sultano Abdulhamid II (regno: 1876-1909) da cui fu molto amato e protetto.

Tanbûrî Cemil Bey manifestò inoltre interesse per la tradizione musicale e la cultura delle campagne anatoliche imparando a suonare l'aerofono ad ancia doppia zurna e il liuto a manico lungo bağlama (saz) e inserendo alcuni stilemi tipici dei repertori rurali all'interno dei suoi taksîm, seguendo una tendenza che stava prendendo piede in quegli anni e che sarebbe stata ancora più in voga in seguito alla proclamazione della Repubblica presso gli intellettuali nazionalisti turchi, i quali vedevano nella cultura e nella musica delle campagne l'espressione di un' 'incontaminata' identita 'turca' che essi volevano porre come fondamento ideologico del nuovo stato in contrapposizione al multiculturalismo su cui si fondava invece il decaduto Impero ottomano.

Cemil Bey fu inoltre l'insegnante di numerosi musicisti il cui ruolo fu particolarmente significativo nell'istituzionalizzazione del linguaggio musiale classico, trasmessosi fino ad allora oralmente, durante i primi anni della Repubblica turca. Fra loro si ricorda suo figlio Mesut Cemil ( 1902-1963 ), che fu anch'egli un virtuoso di liuto tanbûr.

Negli esempi proposti si possono ascoltare due delle registrazioni discografiche che hanno fatto dello stile di Tanbûrî Cemil Bey un modello ancora valido e imitato al giorno d'oggi. Il primo brano proposto è un'improvvisazione (taksîm) in maqâm Nihavend eseguito da Cemil Bey al tanbûr, il secondo invece è un brano da lui composto in maqâm Şedâraban nel genere strumentale saz semâî, formalmente strutturato i quattro o cinque stanze (hâne) intevallate da un ritornello (teslîm), le strofe sono tutte costruite su un ciclo ritmico (usûl) in 10/8 ad eccezione dell'ultima composta invece su un ciclo ritmico di 6/8.

Approfondimento
Voci e strumenti
  • tanbûr (liuto a manico lungo)

Documentazione

Bibliografia

  • Giovanni De Zorzi, Musiche di Turchia. Tradizioni e transiti tra Oriente e Occidente. Con un saggio di Kudsi Erguner, Milano, Ricordi, 2010.
  • Martin Stokes, Tanburî Cemil Bey, In: The New Grove Dictionary of Music and Musicians, a cura di Stanley Sadie, Londra, Macmillan, 20012, ad vocem.
  • Walter Feldman, Music of the Ottoman Court: Makam, Composition and the Early Ottoman Instrumental Repertoire, Berlino, VWB (Verlag für Wissenschaft und Bildung),1996.

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Modificato
27/10/2019

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