Vasil'ev, Vladimir

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Vladimir Vasil'ev.

Data di nascita
18 aprile 1940
Paese
Categoria
Biografia

Vladimir Viktorovich Vasil'ev, nato a Mosca nel 1940, studia alla Scuola Coreografica nella classe di Mikhail Gabovich. Conseguito il diploma nel 1958, entra nella compagnia del Bol'šoj, dove si perfeziona sotto la guida di Aleksei Ermoláev, Asaf Messerer e Galina Ulanova. Affermatosi in Francesca da Rimini di Aleksej Čičinadze, nel 1959 interpreta il primo ruolo principale nel Fiore di pietra di Yuri Grigorovich; in seguito danza Ivan lo sciocco nel Cavallino gobbo di Aleksandr Radunsky e Petrushka nell’omonimo balletto di Michel Fokine ripreso da Konstantin Boyarsky.
Nel 1964 debutta in Giselle, dando prova della sua maturità artistica con una nuova interpretazione rispetto a quella della tradizione sovietica, e in Leili e Medžnun di Kasyan Golejzovskij, eccellendo per il virtuosismo e l’intensità interpretativa. Nello stesso anno inaugura il suo sodalizio artistico con la moglie Ekaterina Maksimova nel balletto Cenerentola di Rostislav Zakharov. La loro partnership, tra le più celebri della storia della danza accademica, è contrapposta dalla propaganda sovietica ai ”traditori” Rudolf Nureyev e Mikhail Baryshnikov. Per motivi personali e ideologici, infatti, Vasil'ev non sceglie la via della defezione, preferendo condurre una coraggiosa battaglia artistica in patria. Sulla scena del Bol'šoj si è distinto sia nei grandi classici come Don Quixote e La Bella addormentata, sia nei balletti dei coreografi russi come Romeo e Giulietta di Leonid Lavrovsky e Narciso di Golejzovskij. In particolare è stato l’interprete ideale dei balletti di Grigorovich, creando i ruoli principali ne Lo Schiaccianoci (1966), Spartacus (1968), Ivan il Terribile (1975) e Angara (1976). Il suo repertorio include anche lavori di coreografi occidentali come Petrouchka e Roméo et Juliette di Maurice Béjart, L’Ange Bleu di Roland Petit e The Match di Tom Schilling.
Nel 1971 Vasil'ev debutta come coreografo con Icarus, balletto su musica di Sergei Mikhailovich Slonimsky. A seguire crea: These Charming Sounds (1978), Macbeth (1980); Anyuta (1982) - balletto filmato per la televisione e ispirato al noto racconto di Anton Cechov -, Paganini (1987), Suite Nostalgique, inizialmente intitolato I Want to Dance e creato per un gala dell'Unesco nel 1982 dedicato a Galina Ulanova.
Nel 1981 si diploma al Dipartimento Coreografico del Lunacharsky Theater Technicum. Dagli anni Ottanta intraprende una carriera internazionale danzando come guest artist in varie compagnie e portando in scena sia i suoi balletti come Anyuta al Teatro San Carlo di Napoli (1986), sia le proprie versioni del repertorio classico come Romeo e Giulietta al Teatro Stanislavsky (1990), Cenerentola al Kremlin Ballet (1991) e Giselle all’Opera di Roma (1994). Dopo aver intrapreso una serie di tournée con un proprio ensemble, nel 1995 assume la direzione artistica del Teatro Bol'šoj, impegnandosi a rinnovare il repertorio della compagnia includendo lavori di coreografi occidentali.
È stato protagonista di vari film realizzati per la televisione, come Gigolo and Gigolette (1980) e Fouetté (1986), ed è apparso insieme alla moglie nella versione cinematografica de La Traviata diretta da Franco Zeffirelli (1982).
Nel 2014 prende parte alla cerimonia d’apertura delle Olimpiadi invernali di Sochi apparendo al fianco di Svetlanza Zakharova, Alexandr Petukhov, Danila Korsuntsev e Ivan Vasiliev in Guerra e Pace.
Nel corso della sua carriera ottiene vari premi e riconoscimenti, quali Premio Nijinsky e Artista Emerito delle RFS (1964), Premio Lenin (1970) e Marius Petipa Prize (1972).  È inoltre Direttore Artistico e Presidente della giuria del concorso Arabesque, dedicato a Ekaterina Maksimova, e Presidente della Fondazione Galina Ulanova.

Vladimir Vasil'ev, definito da Fyodor Lopukhov il “Dio della danza”, ha rivoluzionato la danza maschile in Russia, esercitando una profonda influenza sulle successive generazioni. Erede della grande scuola russa, si è distinto per la brillante tecnica, contraddistinta da veloci giri e prodigiosi salti, e le doti attoriali, in particolare la sua capacità di approfondire la dimensione psicologica dei personaggi. Leggendarie sono state le sue interpretazioni di Spartaco, dove ha dato prove di grande intensità drammatica, e di Albrecht, dove ha messo in risalto l’evoluzione del personaggio che per mezzo dell’amore e della morte di Giselle giunge alla maturità nel I atto e intraprende un cammino verso l’espiazione nel II.

Bibliografia

Galina V. Belyayeva-Chelombitko, Vasiliev, Vladimir, International Encyclopedia of Dance, a cura di Selma Jeanne Cohen, Oxford University Press, New York, Oxford, 1998.

Gérard Mannoni, Les Grandes étoiles du XXe siècle, Buchet-Chastel, 2014.

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SMO

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Modificato
05/01/2019

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