Goldoni, Carlo

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Data di nascita
25 febbraio 1707
Data di morte
6 febbraio 1793
Paese
Categoria
Biografia

Autore tra i più rilevanti del teatro di parola europeo del XVIII sec., Carlo Goldoni fu anche un prolifico librettista, lasciando un nutrito catalogo contenente un’ottantina di titoli operistici, per la maggior parte comici, nonché cantate e oratori. Egli nacque a Venezia il 25 febbraio 1707, figlio di Giulio, veneziano di origini modenesi, e di Margherita Salvioni. A causa delle difficoltà economiche, nel 1712 la famiglia dovette abbandonare la Serenissima e si trasferì dapprima a Roma, dove il padre studiò e ottenne la qualifica di farmacista, dopodiché a Perugia. Qui Giulio iniziò a praticare la nuova professione e Carlo, che fino a quel momento era stato istruito da un precettore privato, proseguì la sua formazione nel collegio gesuitico, per poi passare al collegio domenicano di Rimini. Risalgono a questo periodo i primi tentativi poetici e la stesura di una commedia, nonché l’inizio della fascinazione per il mondo della commedia dell’arte. Nel 1721 Carlo tornò a Venezia con la madre ed entrò come praticante nello studio legale di uno zio, presso il quale rimase fino al gennaio 1723, quando fu ammesso con una borsa di studio al collegio Ghisleri di Pavia. Espulso dall’istituzione prima della fine del terzo anno, Goldoni seguì il padre nei diversi viaggi di lavoro da lui compiuti tra Friuli, Slovenia e Tirolo, durante i quali ebbe modo di allestire uno spettacolo di marionette (all’epoca, un genere rappresentativo per adulti). Nel 1728 Carlo fu assunto presso la cancelleria criminale di Chioggia e l’anno successivo fu trasferito a Feltre con la mansione di vicecancellerie: in quest’ultima città ebbe modo di coltivare la passione per il teatro allestendo due opere serie di Pietro Metastasio e due intermezzi comici di propria creazione, il secondo dei quali fu successivamente pubblicato con il titolo La pelarina.

Con la morte del padre, avvenuta nel 1731, Carlo riprese gli studi presso l’Università di Padova e nel 1732 si laureò in diritto. Iniziò così a esercitare la professione di avvocato a Venezia, coltivando in parallelo la produzione letteraria e, in particolare, drammatica tanto per il teatro di parola che per quello musicale. Costretto a una parentesi a Milano e Verona per fuggire a una mancata promessa di matrimonio, nel 1734 Goldoni entrò in contatto con una compagnia di comici dell’arte che iniziò a rifornire di commedie tragicomiche parlate e intermezzi per musica. In questo contesto ebbe modo di conoscere l’impresario del Teatro SS. Giovanni Grisostomo di Venezia, istituzione di rilievo per le rappresentazioni musicali: fu così ingaggiato con il compito di assistere Domenico Lalli, il poeta principale del teatro, nell’adattamento o riscrittura dei libretti delle opere serie che dovevano essere messe in scena. Grazie a questo apprendistato, Goldoni acquisì un’ottima padronanza tanto del genere comico, praticato negli intermezzi, quanto dell’opera seria di stampo metastasiano, sperimentando una certa commistione tra dimensione buffa e patetica.

Nominato nel 1740 console della Repubblica di Genova a Venezia, Goldoni interruppe l’attività teatrale, non consona al decoro della carica, tuttavia nel 1744, oberato dai debiti, si dimise e abbandonò la città e, dopo diverso girovagare, si stabilì a Pisa, dove fino al 1748 tornò a praticare la professione di avvocato. In questo periodo ottenne l’affiliazione all’Arcadia con il nome Polisseno Fegejo e si riavvicinò alla commedia all’improvviso, spingendosi per la prima volta oltre al canovaccio per redigere integralmente la parte della maschera protagonista. Stipulato un contratto di quattro anni con la compagnia dell’impresario Girolamo Medebach che lo impegnava a scrivere, ogni anno, otto commedie e due opere musicali, Goldoni fece ritorno a Venezia, dove sarebbe rimasto pressoché ininterrotamente fino al trasferimento a Parigi nel 1762. Iniziò così la fase della sua piena maturità artistica, durante la quale creò, tra l’altro, numerosi libretti per opere buffe musicate per la maggior parte da Baldassarre Galuppi, ma anche da Tommaso Traetta e Niccolò Piccinni.

Sebbene Goldoni abbia spesso preso distanza dalla propria produzione librettistica, dichiarandone la natura occasionale motivata dalla necessità di guadagno, ne supervisionò la pubblicazione complessiva in una raccolta in quattro volumi, che uscì a Venezia nel 1753. Il suo dramma giocoso Il mondo della luna, rappresentato la prima volta nel 1750 al Teatro S. Moisè con musica di Galuppi, fu tra le opere buffe di maggiore successo in tutto il XVIII sec., analogmente si può dire per Il filosofo di campagna (Galuppi, 1754) e La buona figliola nella messa in musica di Piccinni (1964). In generale, la produzione di Goldoni per il teatro musicale fu la prima a giungere in varie città europee, da Madrid a San Pietroburgo, precedendo la diffusione dei suoi testi per il teatro di parola e destando l’interessamento di compositori come Wolfgang Amadeus Mozart e Franz Joseph Haydn. Tra i suoi contributi più rilevanti al genere dell’opera buffa si annovera lo sviluppo del finale d’atto come unità organica densa d’azione, destinata a una messa in musica continuativa, articolata in sezioni concatenate l’una all’altra senza l’interpolazione di recitativi.

In seguito a una proposta di ingaggio di due anni presso la Comédie Italienne di Parigi, nel 1762 Goldoni lasciò Venezia per trasferirsi in Francia, dove sarebbe rimasto fino alla fine della sua esistenza. Qui si allontanò gradualmente dal teatro, scoraggiato dalla mediocre accoglienza ricevuta dai suoi nuovi lavori e dalle difficoltà di rapporto con la compagnia della Comédie Italienne, ancora legata alla consuetudine del canovaccio e non abituata a interpretare testi interamente scritti. Ben integratosi nell’abiente di corte come insegnante d’italiano di mebri della famiglia reale, per alcuni anni mantenne ancora contatti con i teatri veneziani, per i quali continuò a scrivere e a far rappresentare opere buffe. Il suo ultimo lavoro per la scena fu una commedia per musica, Il talismano, che debuttò nell’agosto 1779 presso il Teatro alla Canobbiana di Milano con musiche di Antonio Salieri. Goldoni morì a Parigi il 6 febbraio 1793.

Bibliografia
  • Goldoni and the Musical Theatre. A cura di Domenico Pietropaolo, Ottawa, Legas, 1995.
  • Carlo Goldoni 1793-1993: atti del convegno del bicentenario (Venezia, 11-13 aprile 1994). A cura di Carmelo Alberti e Gilberto Pizzamiglio, Venezia, Regione Veneto, 1995.
  • Edmund J. Goehring, The Sentimental Muse of Opera Buffa. In: Essays on Opera (1750-1800), a cura di John A. Rice, Farnham, Ashgate, 2010, pp. 231-261.
  • Luigi Cataldi, La Griselda di Vivaldi ripudiata da Goldoni: Storia di un'opera esemplare. «Studi vivaldiani», 13 (2013), pp. 85-142.
  • Pervinca Rista, 'Materia buffa intrecciata colla seria': Riflessioni sul mezzo carattere nei libretti goldoniani. «Studi goldoniani», 14, 6 (2017), pp. 41-53.
Scritti
  • Carlo Goldoni e il Teatro di San Luca a Venezia: carteggio inedito, 1755-1765. A cura di Dino Mantovani, Venezia Marsiglio 1979.
  • Carlo Goldoni, Lettere. A cura di Ernesto Masi, Bologna, Zanichelli, 1980.
  • Carlo Goldoni, Memorie. A cura di Guido Davico Bonino, Torino, Einaudi, 1993.
  • Carlo Goldoni, Storia del mio teatro. A cura di Epifanio Ajello, Milano, Rizzoli, 2002.
  • Carlo Goldoni, Prefazioni e polemiche. A cura di Roberta Turchi, Venezia, Marsilio, 2008-2011.

Libretti

Opere

Interpretazioni e altri documenti

Opere danza

Autore scheda
GVI

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Modificato
05/01/2019

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