Ferri, Alessandra

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Didascalie

Alessandra Ferri, foto di Lucas Chilczuk. Fonte: roh.org.uk

Data di nascita
6 maggio 1963
Paese
Epoca
Categoria
Biografia

Alessandra Ferri nasce a Milano nel 1963. Si forma alla scuola di ballo del Teatro alla Scala e completa la sua formazione alla Royal Ballet School di Londra. Nel 1980, dopo aver vinto il prestigioso Prix de Lausanne, inizia la sua carriera al Royal Ballet danzando fin da subito parti da solista in Napoli e Konservatoriet di August Bournonville, The Two Pigeons e Illuminations di Frederick Ashton e L’Invitation au Voyage di Michael Corder. Nel 1983 diventa solista e l’anno seguente riceve la nomina di principal dancer. Il suo repertorio include sia i grandi classici del balletto sia le creazioni dei coreografi contemporanei quali Chanson di Derek Deane, Voluntaries di Glen Tetley e Return to the Strange Land di Jiří Kylián. In particolare trova una profonda sintonia artistica con Kenneth MacMillan di cui diventa un’eccezionale interprete in due pietre miliari della sua carriera, Romeo and Juliet e Manon, e in Valley of Shadows (1983) e Different Drummer (1984), balletti creati appositamente per lei.
Nel 1985 è invitata all’American Ballet Theatre da Mikhail Baryshnikov, allora direttore della compagnia, che la sceglie come sua partner nei balletti del repertorio e nel film Dancers di Herbert Ross (1987). Oltre ad affermarsi nei grandi classici, la Ferri danza in lavori di grandi coreografi, tra i quali: Anastasia di MacMillan, La Sonnambula di George Balanchine, In the Upper Room di Twyla Tharp, The Dream di Ashton, Fall River Legend di Agnes de Mille, Gaîté Parisienne di Léonide Massine, Pillar of Fire di Antony Tudor, The Taming of the Shrew di John Cranko, Other Dances di Jerome Robbins e In Volo di Jean-Christophe Maillot.
Dagli anni Novanta si esibisce come guest artist nelle più importanti compagnie, quali il National Ballet of Canada, il London Festival Ballet, lo Stuttgart Ballet, il Teatro Mariinskij, il Royal Ballet, il Balletto Argentino, l’Aterballetto, il MaggioDanza, il Tokyo Ballet e l’Opéra di Parigi. Rilevante è la sua collaborazione artistica con il Teatro alla Scala di Milano che, al suo ritorno, le offre lo status di prima ballerina assoluta. Le sue interpretazioni più celebri con la compagnia scaligera sono: Onegin di John Cranko, Cenerentola di Rudolf Nureyev, La Strada di Mario Pistoni, Quartetto di William Forsythe, Ondine di Ashton, Sogno di una notte di mezza estate di Balanchine e La Dame aux Camélias di John Neumeier.
Intensa è anche la collaborazione con Roland Petit di cui nel corso degli anni interpreterà La Voix humaine, Le Jeune Homme et la Mort, Il Pipistrello, Notre-Dame de Paris, Carmen e creerà il ruolo di protagonista de Le Diable Amoureux (1989).
Nel 1992 è la protagonista de La luna incantata, film televisivo prodotto dalla Rai con le coreografie di Fabrizio Monteverde, e nel 1998 danza, accompagnata alla chitarra da Sting, nel cortometraggio Prélude di Fabrizio Ferri, il fotografo con il quale è stata sposata per quindici anni e da cui ha avuto due figlie.
Nel 2007 decide di ritirarsi dalle scene danzando all’American Ballet Theatre Romeo and Juliet di MacMillan al fianco di Roberto Bolle. L’anno successivo diventa direttore della programmazione del Festival dei Due Mondi di Spoleto, incarico che ricoprirà per sei anni.
Nel 2013 tuttavia riprende la sua carriera di danzatrice con The Piano Upstairs, una pièce scritta dal drammaturgo americano John Weidman e di cui la Ferri cura anche la coreografia. In questa nuova fase il suo talento continua a essere fonte d’ispirazione per vari coreografi che per lei realizzano nuove creazioni: Chéri di Martha Clark (2013), The Raven di Luca Veggetti (2014) e Duse di John Neumeier (2015). In particolare diventa la musa di Wayne McGregor, coreografo inglese che per lei crea Woolf Works (2015), il pas de deux con Herman Cornejo Witness (2016) e AfteRite (2018). Altre importanti interpretazioni di questi ultimi anni sono: Ancient Tales di Lar Lubovitch al Joyce Theater di New York (2014), Le Jeune Homme et la Mort di Petit all’Opera di Firenze (2015), Romeo and Juliet di MacMillan all’American Ballet Theatre e alla Scala di Milano (2016), Onegin di Cranko all’American Ballet Theatre (2017), Marguerite et Armand di Ashton al Royal Ballet (2017), After The Rain di Christopher Wheeldon al Teatro Bol'šoj (2018) e Woolf Works di McGregor al Teatro alla Scala di Milano (2019).
Nel corso della sua carriera ha ottenuto numerosi premi e riconoscimenti quali l’Olivier Award (1982; 1983; 2016), il Premio Léonide Massine Positano (1990), il Prix Benois de la Danse (2000), il Dance Magazine Award (2005) e il titolo di Cavaliere della Repubblica (2006).

Alessandra Ferri, nome di punta della danza italiana nel mondo, si è distinta non soltanto per la tecnica, la precisione stilistica e la bellezza delle linee ma soprattutto per le grandi doti interpretative. Ballerina tragedienne, le sue esibizioni sono contraddistinte da una forte sensibilità teatrale e drammatica e da una straordinaria capacità di raccontare, attraverso la danza, le emozioni e i sentimenti dei personaggi che interpreta. Per questa vena drammatica è stata soprannominata “la Magnani della danza”. Le sue interpretazioni più celebri sono Romeo and Juliet e Manon di Kenneth MacMillan, Onegin di John Cranko, Carmen, Notre-Dame de Paris e Le Diable Amoureux di Roland Petit.

Bibliografia

Giuseppe Barigazzi, La Scala racconta, a cura di Silvia Barigazzi, Milano, Hoepli, 2014.

Valeria Crippa, Alessandra Ferri, il ritorno del settimo anno, in «Ballet2000», n. 241, settembre 2013.

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SMO

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Modificato
12/01/2020

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