Ei Manush Bhojo Manush Pujo (Canta l'Uomo, Loda l'Uomo)

1. Cantore Baul mentre suona il khamak.

2. Festival di Jaydev Kenduli (2014)

3. Liutaio vende ektārā, Shantiniketan (2012).

Repertorio
Genere
Area geografica di riferimento
Aree geo-culturali
Nome del paese
Interprete/interpreti

Nitai Das Baul (voce e dotārā)

Anno di registrazione
2012
Video di presentazione

Descrizione

Questo video è stato girato nelle campagne del distretto di Birbhum, nel Bengala occidentale (India) a pochi chilometri dal confine con il Bangladesh, e risale al 2012. Nitai Das Baul appartiene ad una tradizione di cantori mistici erranti chiamati Bāul e, nel video presentato, è interprete di un canto religioso del repertorio dei bāul-gān (canti Bāul). La lirica di lode ed esortazione all'Uomo\essere umano (Manush, manuṣya), affinchè possa trovare in sé il più bello dei tesori, ci introduce alla filosofia Bāul. L'Uomo è esortato a cantare e a lodare se stesso, e alla mente si chiede di trovare il “gioiello-tesoro”, che rappresenta qui un'allegoria della scintilla del divino che alberga in ogni essere umano. Il canto si compone di tre stanze, precedute e seguite da un ritornello che funge da introduzione-invocazione. Nella prima strofa si dice che facendo esperienza dei "cinque sentimenti" o "cinque sapori" dell'amore (pañca-rasa), l'Uomo riuscirà a trovare questa gemma che è dentro di sé. Nella seconda strofa, l'Uomo fragile, con la testa rotta, gli occhi ritorti, folle ed ebbro di desiderio, è esortato a liberarsi della lussuria e a trovare rifugio ai piedi del maestro. Nella terza ed ultima strofa, l'Uomo non deve lasciarsi ingannare dalle proprie pretese ed è incitato a comprendere se stesso alla luce del divino, cercando attraverso il corpo e l'anima, e prendendo rifugio ai piedi del maestro. Il canto si conclude con la ripetizione del ritornello. Dopo la breve invocazione iniziale, alla voce di Nitai Das Baul e al suono del suo dotārā (liuto a quattro corde) si aggiungono gli altri tre cantori, una donna e due uomini, che suonano rispettivamente il manjīrā (cimbali), il khamak (monocordo a plettro che permettere alterazioni di tono) e il ḍugi|ḍuggi (tamburo che si suona con le dita e il palmo della mano) con ektārā (monocordo con funzione di bordone). Come spesso avviene nei bāul-gān, dopo una più o meno lunga invocazione iniziale aritmica – che qui prevede l'enunciazione del ritornello – seguono le tre o più strofe in cui è presente l'accompagnamento ritmico. In questo caso il brano ha un ciclo ritmico (tāla), in 4/4 e i cantori partecipano compiendo movimenti circolari e tenendo il tempo anche con il battito dei piedi, amplificato dall'uso di cavigliere, ghunghrū.

Voci e strumenti

voce

dotārā

ektārā

khamak

manjīrā

 

Documentazione

Bibliografia

  • Capwell, Charles 2011, Sailing on the Sea of Love.The music of the Bauls of Bengal, The University of Chicago Press, Chicago.
  • Donald S. Lopez (ed) 1995, Religious in India in Practice Baul Songs, Princeton University Press, pp. 187-208.

  • Openshaw, Jeanne 2002, Seeking Bauls of Bengal, Cambridge University Press.

Risorse web

Autore scheda
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Modificato
23/02/2019

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