Rin del angelito (Rin dell'angioletto)

  1. Violeta Parra, Velorio de angelito (1964). Olio su tela (Collezione Museo Violeta Parra).
  2. Violeta Parra, Entierro en la calle [Funerale nella strada] (1964). Olio su legno (Collezione Museo Violeta Parra).
  3. L'artista durante una sessione di registrazione in uno studio discografico.

 

 

Area geografica di riferimento
Aree geo-culturali
Nome del paese
Interprete/interpreti

Violeta Parra

Autore/autori

Violeta Parra

Anno di registrazione
1966
Video di presentazione

Descrizione

Violeta Parra (1917-1967) –poetessa, compositrice e artista plastica– è considerata la massima interprete dell’arte popolare cilena del XX secolo. La sua opera comprende sia lo studio, il recupero e la riproposta del folclore musicale cileno, sia la creazione originale, soprattutto di canzoni, in un linguaggio personale e universale, ma con profonde radici nella tradizione contadina del suo paese.

Il “Rin del angelito” è un esempio della integrazione tra tradizione e originalità creativa di Violeta Parra. Il testo è una poesia sul senso della morte di una persona in tenera età, un tema che Violeta affrontò più volte nelle canzoni e nella poesia. Violeta Parra soffrì personalmente il dramma della perdita della figlia Rosita Clara, di soli due anni, mancata mentre la madre si trovava lontano, in Polonia, per una tournée. In una prima canzone, Verso por la niña muerta –una tonada composta in décimas– l’autrice esprime il suo dolore e il suo senso di colpa per l’accaduto. Il Rin del angelito, composto un decennio più tardi e pubblicato nel suo album Las últimas composiciones (1966), affronta il tema da un punto di vista più universale. Nelle strofe va inizialmente descrivendo la visione popolare della morte niña: il bambino è un angioletto che sale direttamente in cielo; la sua innocenza lo apparenta alle bellezze della natura. Nella conclusione, però, Violeta Parra non sa trovare un senso positivo alla morte della creatura:

Dov’è andata la sua grazia? Dov’è andata la sua dolcezza? Perché il suo corpo cade come un frutto maturo? Quando la carne muore, l’anima cerca in alto la spiegazione della sua vita, tagliata con tanta premura, la spiegazione della sua morte, prigioniera in una tomba. Quando muore la carne, l’anima rimane nell’oscurità.

La canzone è costruita con materiali di radice folclorica, che Violeta Parra tratta però con grande libertà creativa, dando vita a forme che spesso si sono a loro volta popolarizzate e  folclorizzate. La poesia è chiaramente ispirata alla tradizione del velorio de angelito, ma non riprende la forma del canto a lo divino che caratterizza quel rituale. L’autrice non si serve infatti né del tradizionale metro della décima (usa invece delle ottave con i versi pari rimati o consonanti) delle melodie del canto a lo poeta. La canzone è invece costruita su un ritmo binario di danza originario dell’isola di Chiloé, nel Cile meridionale. Il rin cilote, probabilmente derivato dal reel irlandese, è però normalmente solo strumentale, e all’epoca era già praticamente scomparso dall’uso vivo. In Italia, questa creazione di Violeta Parra è stata resa popolare dal gruppo Inti-Illimani, vissuto a Roma dal 1973 al 1988, dopo che i militari cileni abbatterono con un colpo di stato il governo democratico e progressista del socialista Salvador Allende, costringendo all’esilio migliaia di cittadini cileni, tra cui molti artisti.

Voci e strumenti
  • Voce
  • chitarra
Autore scheda
SG
Licenza

Licensed under Creative Commons Attribution Noncommercial Share-Alike 3.0
 

Modificato
05/01/2019

Condividi:

 

Condividi: