Maffei, Scipione

Immagini (Secondarie)
Didascalia immagini

1. Giuseppe Ghislandi, Ritratto di Scipione Maffei. Olio su tela, prima metà XVIII sec. Verona, Museo Canonicale.

2. Marco Alvise Pitteri, Ritratto di Scipione Maffei. Incisione al bulino su carta, XVIII sec. Venezia, Museo Correr, FSR cart. 6/ 0035.

3. Statua di Scipione Maffei in Piazza dei Signori, Verona.

Data di nascita
1 giugno 1675
Data di morte
12 febbraio 1755
Paese
Epoca
Stile
Categoria
Biografia

Erudito, letterato e drammaturgo, Scipione Maffei ha lasciato una produzione molto ampia e variegata, che spazia tra generi letterari e argomenti anche molto lontani tra loro, dove una posizione importante è occupata dai lavori per il teatro tanto di parola, quanto musicale. Nacque a Verona il 1° giugno 1675, ottavo e ultimo figlio dei marchesi Giovanni Francesco e Silvia Pellegrini. Dal 1689 al 1693 studiò presso il collegio dei nobili di Parma, poi trascorse cinque anni in viaggio attraverso l’Italia; arrivato a Roma nel 1698, entrò in contatto con l’ambiente dei letterati, scienziati e antiquari, ricavandone un influsso determinante per la propria formazione. Nella capitale pontificia Maffei ottenne l’affiliazione all’Arcadia grazie alle sue riconosciute doti di verseggiatore, manifestate in poemetti encomiastici e testi per musica: in particolare, risale probabilmente a questo periodo la prima stesura del dramma per musica La fida ninfa, il quale, dopo una genesi complessa, sarebbe stato rappresentato la prima volta nel 1732 con la musica di Antonio Vivaldi.

Dal 1701 al 1704 Maffei fu impegnato in diverse imprese militari nel veronese e in Baviera, quindi al ritorno in Italia, nel 1705, si stabilì a Verona e vi fondò la colonia arcadica cittadina. Dedito in questi anni all’approfondimento della filosofia, con un interesse specifico per l’etica, tra il 1708 e il 1709 progettò assieme ad Apostolo Zeno il Giornale de’ letterati d’Italia, pubblicato regolarmente a Venezia fino al 1724 e poi, più saltuariamente, fino al 1740, costituendo un punto di riferimento per gli intellettuali e gli scienziati dell’Italia settentrionale. Nel 1710 Maffei pubblicò a Roma il trattato Della scienza chiamata cavalleresca, il quale, pur sollevando numerose critiche e perfino attacchi personali all’autore, tra cui il sequestro e la messa all’indice del libro, gli fece tuttavia guadagnare fama a livello nazionale. Nel frattempo, si era dedicato allo studio di alcuni antichi codici greci da lui scoperti presso la Biblioteca capitolare di Verona, un evento di primaria importanza per la storia culturale italiana del Settecento. Maffei interruppe tale attività solo nel 1713 per scrivere la tragedia Merope, la cui rappresentazione presso la corte di Mantova riscosse un tale successo che, oltre ad essere ripresa in altre città, fu presto tradotta in sette lingue e così entrò per molti anni nel repertorio stabile di numerose compagnie teatrali italiane e straniere.

Tra il 1714 e il 1718 Maffei offrì un importante contributo ad alcuni progetti di riforma delle biblioteche pubbliche, musei e università i quali, sebbene non giunsero mai a realizzazione, erano aggiornati secondo le più avanzate tendenze intellettuali italiane ed europee. Intanto, a Verona, iniziò a porre le basi per il Museo Maffeiano, tutt’ora esistente, costituito da una importante collezione epigrafica che finì di essere sistemata e catalogata solo nella seconda metà degli anni ’40 del Settecento. Nel 1720 Maffei lasciò la città natale per trasferirsi a Firenze, dove ricevette un’ottima accoglienza presso la corte medicea e trascorse i successivi due anni a studiare codici e lapidi antiche, con un particolare interesse per la civiltà etrusca. Alla fine del 1723 si spostò a Torino per gestire delle questioni legate a un feudo di famiglia: qui curò una ripresa della Merope ed entrò in contatto con l’architetto Filippo Juvarra, tra i massimi scenografi dell’epoca, con il quale sistemò le collezioni epigrafiche dell’università contribuendo così a creare uno dei primi musei pubblici archeologici della Penisola.

Rientrato a Verona verso la fine del 1727, Maffei tornò agli studi paleografici e storici, dedicandosi alla scrittura e alla pubblicazione di alcuni trattati, senza tuttavia tralasciare un rinnovato interesse per il teatro. Tra il 1728 e il 1732 fu occupato nella stesura della sua opera più rilevante, Verona illustrata, tuttora conosciuta nelle ristampe del secolo scorso, dove l’intellettuale portò a compimento diversi filoni di ricerca storica e antiquaria da lui condotti per decenni. Dopo aver pubblicato il trattato nel 1732, Maffei lasciò nuovamente Verona per intraprendere un viaggio di quattro anni attraverso l’Europa, con il progetto – mai completato – di redigere un catalogo monumentale delle epigrafi latine presenti nell’intero continente. Durante il viaggio e, soprattutto, a Parigi, dove si fermò tre anni e mezzo, Maffei intessé contatti con i più importanti esponenti della vita intellettuale dell’epoca, prese parte a dispute politiche e religiose e continuò i propri studi di natura storica ed epigrafica. Tornato in Italia alla fine del 1736, trascorse dapprima due settimane a Venezia riallacciando i rapporti con Zeno, dopodiché rientrò a Verona, dove nelle settimane subito successive redasse la sua opera politica più importante, ora conosciuta con il titolo Consiglio politico finora inedito presentato al governo veneto nell'anno 1736. L’anno successivo intraprese la pubblicazione del periodico Osservazioni letterarie, un’operazione che portò avanti fino al 1740 intendendola come uno strumento di critica della cultura dell’epoca; vi collaborarono numerosi intellettuali e scienziati italiani, tra cui diversi dei promotori del Giornale de’ letterati d’Italia.

Dopo altri viaggi attraverso l’Italia dedicati alla raccolta di epigrafi e alla produzione erudita, l’ultimo decennio di vita di Maffei fu segnata soprattutto da aspre dispute intellettuali che gli causarono, in particolare, l’intervento degli Inquisitori di Stato veneziani e dello stesso papa Benedetto XIV, nonché alcuni mesi di confino fuori Verona. In quest’ultimo periodo completò il catalogo della collezione epigrafica del Museo Maffeiano e coltivò il proprio interesse per i fenomeni naturali, scrivendo un volume in forma epistolare in cui trattò di elettricità, insetti e fossili. Pubblicata nel 1752 la raccolta delle proprie poesie ed opere teatrali, al termine dell’esistenza Maffei affrontò ancora un’ultima battaglia, assai nota, contro la credenza nella magia sia bianca che nera. Colpito da gravi disturbi respiratori, morì a Verona il 12 febbraio 1755.

Bibliografia
  • Laura Sannia Nowé, Una voce sul melodramma nelle discussioni del primo Settecento (Scipione Maffei). In: Metastasio e il melodramma, a cura di Elena Sala di Felice e Laura Sannia Nowé, Padova, Liviana, 1985, pp. 247-270.
  • Gian Paolo Marchi, Momenti eterodossi e libertini nella cultura medico-scientifica veronese del Seicento. In: Musica, scienza e idee nella Serenissima durante il Seicento, a cura di Francesco Passadore e Franco Rossi, Venezia, Fondazione Ugo e Olga Levi, 1996, pp. 1-11. 
  • Scipione Maffei nell'Europa del Settecento. A cura di Gian Paolo Romagnani, Verona, Consorzio Editori Veneti, 1998.
  • Livia Pancino, Le opere di Vivaldi nel raffronto fra libretti e partiture. VI: La fida ninfa; L'Olimpiade. «Studi vivaldiani», 1 (2001), pp. 7-26.
  • Eleanor Selfridge-Field, The Invention of the Fortepiano as Intellectual History. «Early Music», 33, 1 (febbraio 2005), pp. 81-94.
Scritti
  • Scipione Maffei, Epistolario (1700-1755). A cura di Celestino Garibotto, Milano, A. Giuffrè, 1955.
  • Scipione Maffei, Verona illlustrata. Roma, Multigrafica, 1977 (riproduzione in facsimile dell'edizione Milano, 1825-26).
  • Scipione Maffei, De' teatri antichi e moderni e altri scritti teatrali. A cura di Laura Sannia Nowé, Modena, Mucchi 1988.
  • Scipione Maffei, Annotazioni sull'arte di comporre in musica. A cura di Laura Och, Verona, AMIS, 1989.
  • Scipione Maffei, Letterati d'Italia. Introduzione al Giornale (1710). A cura di Francesca Brunetti, Venezia, Marsilio, 2009.

Libretti

Opere

Interpretazioni e altri documenti

Opere danza

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GVI

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Modificato
05/01/2019

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