Vivaldi, Antonio

Immagini (Secondarie)
Didascalie
  1. François Morellon de la Cave (1696-1768), ritratto di Antonio Vivaldi, incisione, in Il cimento dell’armonia e dell’invenzione op. VIII, Amsterdam, Le Cène, 1725
  2. Lambert jeune (17?-18?), ritratto di Antonio Vivaldi, incisione, XVIII secolo.
  3. Pier Leone Ghezzi (1674-1765), caricatura di Antonio Vivaldi disegnata in occasione dell’allestimento romano di Ercole su ’l Termodonte. La didascalia riporta: «Il Prete rosso Compositore di Musica che fece l’opera a Capranica del 1723».
Data di nascita
4 marzo 1678
Data di morte
27 luglio 1741
Epoca
Stile
Categoria
Biografia

Antonio Lucio Vivaldi nacque a Venezia il 4 marzo 1678 da Giovanni Battista (1655c-1736), barbiere e rinomato violinista, originario di Brescia, e Camilla Calicchio (1653-1728). La primogenita della coppia, Gabriela Antonia (1676-1678), sopravvisse solo pochi mesi ad Antonio. Questi fu il maggiore di altri otto tra fratelli e sorelle: Margherita Gabriella (1680-1750), Zanetta Anna (1678-1762), Bonaventura Tomaso (1685), Francesco Gaetano (1690-1752), Iseppo Santo (1692-1696), Gerolama Michela (1694-1696), Iseppo Gaetano (1697-post 1728).
Durante l’infanzia, Vivaldi intraprese lo studio del violino e della composizione. La sua formazione si svolse probabilmente sotto la guida del padre, che era membro dell’orchestra della basilica di San Marco e insegnante di viola presso l’Ospedale dei Mendicanti.
Entrato in seminario nel 1693, Antonio fu ordinato sacerdote il 24 marzo 1703 presso la chiesa di S. Giovanni in Oleo. Poco dopo, dal settembre dello stesso anno, iniziò a prestare servizio presso l’Ospedale della Pietà come maestro di violino delle «figlie di coro», le ospiti di quell’istituto destinate alla pratica musicale (prevalentemente orfane, ma non solo). L’ingaggio, a scadenza annuale, fu successivamente rinnovato fino al 1739, con alcune interruzioni e con diverse qualifiche a seconda delle necessità dell’istituto. Accanto all’insegnamento del violino e occasionalmente di altri strumenti (viola, viola d’amore, violoncello), i suoi compiti includevano la composizione di musica sacra per le funzioni e di lavori strumentali – essenzialmente, concerti – per le esibizioni delle «figlie».
Per i primi anni dopo l’ordinazione, Vivaldi – soprannominato il «prete rosso» per il colore dei capelli – celebrò regolarmente le Messa. Nel novembre 1706 ne fu dispensato a causa delle sue condizioni di salute malferme, e progressivamente più incerte: all’apparenza, era affetto da una grave forma di asma bronchiale o, meno probabilmente, di angina pectoris («strettezza di petto», nelle parole del compositore). La malattia si sarebbe rivelata tanto invalidante da precludergli pressoché del tutto l’attività fisica, rendendogli indispensabile l’assistenza dei famigliari.
Il progressivo affermarsi del compositore si accompagnò a un’intensa attività commerciale. Al 1705 e al 1709 risalgono le prime edizioni a stampa, le sonate a tre op. I e le sonate per violino e basso continuo op. II, pubblicate rispettivamente presso gli stampatori veneziani Giuseppe Sala e Antonio Bortoli. A partire dalla raccolta successiva, L’estro armonico op. III del 1711, Vivaldi si affidò in via pressoché esclusiva alle ben più avanzate tecniche adottate ad Amsterdam dall’editore Estienne Roger e, poi, da Michel-Charles Le Cène, suo successore dal 1716. Vivaldi coltivò inoltre un florido commercio di composizioni in forma manoscritta, che rappresentò – oltre che un’ulteriore, spesso considerevole, fonte di reddito – un importante veicolo di diffusione per la sua musica.
Nel 1713 la composizione del dramma per musica su libretto di Domenico Lalli Ottone in Villa, per il Teatro di Piazza di Vicenza, segnò l’inizio di un’attività teatrale frenetica, condotta nella duplice veste di compositore e di impresario. In collaborazione col padre, Vivaldi assunse l’amministrazione del Teatro «Sant’Angelo» di Venezia dalla stagione d’autunno 1713 al Carnevale 1715, del Teatro di corte di Mantova per la stagione di Carnevale 1732 e del Teatro Filarmonico di Verona per quella del 1735; da solo, dopo la morte di Giovanni Battista, del Teatro di corte di Ferrara per le stagioni 1737-1739, e nuovamente del «Sant’Angelo» per il Carnevale 1738.
Tra il 1716 e la metà del 1717, in occasione del soggiorno a Venezia di Federico Augusto II, erede al trono di Sassonia e Polonia, Vivaldi frequentò i musicisti del suo seguito. Si legò in particolare al violinista Johann Georg Pisendel, al quale impartì lezioni di composizione e permise di effettuare copie dei suoi lavori, e cui dedicò diversi concerti. Da parte sua, Pisendel avrebbe in seguito procurato a Vivaldi un gran numero di commissioni per l’orchestra di corte di Dresda, presso cui dal 1730 ricoprì l’incarico di Konzertmeister.
Nel 1718 Vivaldi fu invitato a ricoprire la carica di «maestro di cappella da camera» – preposto cioè alla musica profana – presso la corte di Mantova, allora governata dal duca Filippo di Hesse-Darmstadt per conto degli Asburgo. Il carattere vincolante dell’incarico e le pesanti limitazioni nello svolgimento di altre attività che ne derivavano lo spinsero a mantenerlo solo fino al gennaio del 1720. Seppur breve, l’esperienza permise tuttavia al compositore di trovare nuovi committenti e protettori tra i numerosi esponenti dell’aristocrazia d’area tedesca che frequentavano la corte. Come il conte Wenzel von Morzin di Praga, che tra il 1719 e il 1728 acquistò dal compositore ingenti quantità di concerti, e a cui Vivaldi dedicò la raccolta Il cimento dell’armonia e dell’invenzione op. VIII del 1725.
Nel 1726, in occasione dell’allestimento del pasticcio su libretto di Andrea Maria Lucchini Dorilla in Tempe presso il Teatro «S. Angelo», Vivaldi collaborò per la prima volta con il contralto Anna Girò. Il compositore instaurò con la cantante mantovana, attiva a Venezia dal 1722, uno stretto rapporto professionale e umano. Questo fu spesso al centro di illazioni e critiche, che appaiono tuttavia prive di riscontri concreti.
Dalla metà degli anni Venti, l’imporsi degli agguerriti maestri di scuola napoletana determinò il progressivo declino dell’opera veneziana. Nonostante la parziale assimilazione del nuovo stile, di qui in avanti Vivaldi si trovò a far fronte a una concorrenza sempre più spietata, cui reagì col tentativo di allargare quanto più possibile il proprio raggio d’azione. Tra il 1729 e i primi mesi del 1731, insieme al padre intraprese un viaggio attraverso l’Europa centrale. A Vienna curò l’allestimento di un nuovo dramma per musica su libretto di Lalli e Carlo Nicola Stampa, Argippo, per la stagione di Carnevale 1730 del Teatro di Porta Carinzia; strinse inoltre accordi con il Teatro Sporck di Praga per presentarvi la stessa opera e altri titoli nei mesi successivi.
Gli anni seguenti furono segnati dalla morte del padre, occorsa il 14 maggio 1736, e da un’attività incessante, coronata da alterne fortune. Oppresso dai debiti, nel maggio 1740 Vivaldi lasciò Venezia alla volta di Vienna, dove era stato invitato ad assumere la direzione del Teatro di Porta Carinzia per il Carnevale seguente. Vi giunse nel mese di giugno.
L’improvvisa morte dell’imperatore Carlo VI, avvenuta il 20 ottobre, e il lutto che ne seguì determinarono la sospensione dell’attività teatrale per un anno, in coincidenza con il periodo di lutto. Sfumata ogni prospettiva di lavoro, Vivaldi si trovò bloccato a Vienna, in condizioni di salute ed economiche sempre più precarie. Morì il 27 luglio 1741. Fu seppellito nel cimitero dello Spitaler Gottesacker; in seguito all’abbandono di quest’ultimo, i suoi resti andarono dispersi.
Quando la notizia della sua morte giunse a Venezia, i beni di Vivaldi furono pignorati per pagare i creditori. Dall’inventario redatto per l’occasione non risultano però né gli strumenti musicali di proprietà del compositore né le partiture che l’archivio personale delle partiture del compositore, che furono probabilmente messi in salvo dai parenti. Negli anni successivi, il corpus delle partiture ricomparve all’interno di diverse collezioni private, passando dall’una all’altra fino alla sua acquisizione da parte della Biblioteca Nazionale Universitaria di Torino, compiuta nel 1930 a opera del direttore Luigi Torri e del musicologo Alberto Gentili.
Nel corso della sua carriera, Vivaldi – che i contemporanei descrissero come un compositore dalla velocità prodigiosa – elaborò una produzione enorme, nella quale affrontò pressoché tutti i generi musicali del suo tempo.
Gran parte della sua notorietà fu legata al successo conseguito dalla produzione strumentale, segnatamente nell’ambito del concerto. Tra gli oltre quattrocento concerti spiccano in particolare i dodici per violino, archi e basso continuo di Il cimento dell’armonia e dell’invenzione op. VIII – contenente i quattro concerti delle Stagioni: La primavera RV 269, L’estate RV 315, L’autunno RV 293, L’inverno RV 297 – come pure quelli delle altre raccolte a stampa (L’estro armonico op. III, La stravaganza op. IV, La cetra op. IX, i concerti per flauto op. X), i numerosi concerti per fagotto e per violoncello (rispettivamente trentasette e ventisette), per oboe, per flautino, quelli «per molti strumenti».
Tuttavia, Vivaldi fu in primo luogo un operista, del cui catalogo sono oggi noti 42 titoli (compresi i pasticci, le opere complete e quelle andate perdute): tra questi si segnalano Ottone in Villa RV 729 (Vicenza, Teatro di Piazza, 1713), Arsilda, regina di Ponto RV 700 (Venezia, Teatro «S. Angelo», 1716) su libretto di Domenico Lalli, L’incoronazione di Dario RV 719 su libretto di Adriano Morselli (Venezia, Teatro «S. Angelo», 1717), Il Teuzzone RV 736 (Mantova, Teatro Arciducale, 1719), L’Atenaide RV 792 (Firenze, Teatro «della Pergola», 1729) su libretto di Apostolo Zeno, Griselda RV 718 su libretto di Zeno e Carlo Goldoni (Venezia, Teatro «S. Samuele», 1735), La fida ninfa RV 714 su libretto di Scipione Maffei (Verona, Teatro Filarmonico, 1737), Tito Manlio RV 738 su libretto di Matteo Noris (Mantova, Teatro Arciducale, 1719), Giustino RV 717 su libretto di Nicolò Berengan (Roma, Teatro «Capranica», 1727), Farnace RV 711 su libretto di Antonio Maria Lucchini (Venezia, Teatro «S. Angelo», 1727), L’Olimpiade RV 725 (Venezia, Teatro «S. Angelo», 1734), Catone in Utica RV 705 (Verona, Teatro Filarmonico, 1737) su libretto di Metastasio, Orlando furioso RV 728 su libretto di Grazio Braccioli (Venezia, Teatro «S. Angelo», 1727).
La musica sacra, destinata in gran parte all’Ospedale della Pietà, consiste di circa duecento lavori, generalmente di altissimo magistero compositivo, tra cui figurano sezioni dell’ordinario della Messa (Gloria RV 588 e 589, Credo RV 591), salmi (Lauda Jerusalem RV 609, Beatus vir RV 597 e RV 795, Dixit Dominus RV 807), inni (Stabat Mater RV 621), antifone (Salve Regina RV 616), oratori (dei quali si conserva solo Juditha trimphans devicta Holofernis barbarie RV 644, su libretto di Giacomo Cassetti, Venezia, Ospedale della Pietà, 1716), mottetti (In furore iustissimae irae RV 626, In turbato mare irato RV 627).
Il linguaggio musicale vivaldiano impiega temi dai profili ben caratterizzati, dalla marcata gestualità, a un lirismo spontaneo e intenso a un tempo; presenta una fraseologia basata sulla varia combinazione di moduli melodici minimi, in gran parte riconducibili a un repertorio di formule codificate ricorrenti, e una concezione armonica raffinata, che sfrutta le risorse dell’enarmonia, dell’ellissi armonica, dello scarto su tonalità lontane per determinare l’effetto di repentini mutamenti prospettici.

Risorse web

Istituto italiano «Antonio Vivaldi»
http://www.cini.it/fondazione/istituti-e-centri/antonio-vivaldi

Partiture e spartiti liberi su IMSLP
http://imslp.org/wiki/Category:Vivaldi,_Antonio

Bibliografia

Michael Talbot, Vivaldi, Torino, EDT, 1978

Michael Talbot, The Vivaldi Compendium, Woodbridge, The Boydell Press, 2011

Mickey White, Antonio Vivaldi. A Life in Documents, Firenze, Olschki, 2013

Federico Maria Sardelli, Catalogo delle concordanze musicali vivaldiane, Firenze, Olschki, 2012

Reihardt Strohm, The Operas of Antonio Vivaldi, Firenze, Olschki, 2013

Myriam Zerbi, Un fiume di musica – Antonio Vivaldi. Origini di una riscoperta, Venezia, Fondazione Giorgio Cini, 2016
http://www.cini.it/publications/un-fiume-musica

Antonio Vivaldi. Passato e futuro, a cura di Michael Talbot, Francesco Fanna, Venezia, Fondazione Giorgio Cini, 2009
http://www.cini.it/publications/antonio-vivaldi-passato-e-futuro-it

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LRC

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Modificato
05/01/2019

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