Balanchine, George

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Didascalie

George Balanchine. Fonte: wikipedia.org

Data di nascita
22 gennaio 1904
Data di morte
30 aprile 1983
Stile
Categoria
Biografia

Georgij Melitonovič Balančivadze, noto con il nome d’arte di George Balanchine, nacque a San Pietroburgo nel 1904. A nove anni entrò nella Scuola Imperiale, dove studiò con Samuil Andrianov e Pavel Gerdt, e frequentò il Conservatorio, allora sotto la direzione di Alexander Glazunov, per studiare pianoforte e composizione musicale. Si diplomò alla Scuola con il massimo dei voti ed entrò nel corpo di ballo del Teatro Mariinsky. Nel 1923 costituì il Giovane Balletto, con cui avviò la sua carriera coreografica influenzata da Kasian Goleizovsky e da Fedor Lopukhov. Nel 1924 organizzò una tournée nell’Europa occidentale e fu notato da Sergei Pavlovich Diaghilew che lo nominò maître de ballet de Ballets Russes. Dopo la morte di Diaghilew e lo scioglimento della compagnia, fu chiamato all’Opéra di Parigi per coreografare Créatures de Prométhée. Ammalatosi gravemente, non riuscì a completare il balletto che fu terminato da Serge Lifar. Una volta guarito fu ingaggiato dal produttore teatrale Charles Cochran per realizzare dei numeri coreografici a Londra e lavorò al Royal Danish Ballet di Copenhagen. Dopo aver lavorato nel 1932 ai Ballets Russes de Monte Carlo, fondò a Parigi Les Ballets 1933 per cui creò sei nuovi balletti, collaborando con importanti artisti come Bertolt Brecht, Pavel Tchelitchew, Kurt Weill, Darius Milhaud e Henri Sauget. Al termine di una performance londinese conobbe Lincoln Kirstein, impresario americano con un ambizioso progetto: fondare in America una compagnia di danza dotata di un nuovo repertorio. Balanchine lo seguì a New York e il primo prodotto della loro collaborazione fu la fondazione della School of American Ballet nel 1934. Nel giro di un anno formarono l’American Ballet, residente presso il Metropolitan Opera che tuttavia non soddisfò le aspettative di Balanchine, incaricato di creare principalmente coreografie per produzioni liriche. Forte ormai di un grande successo e di due parallele carriere a Broadway e a Hollywood, Balanchine diede le dimissioni. Nel 1941 riunì l’American Ballet Caravan per una tournée nel Sud America. Dopo aver lavorato presso i Ballets Russes de Monte Carlo di Sergei Denham, nel 1946 fondò con Kirstein la Ballet Society che esordì con The Spellbound Child e The Four Temperaments. Grazie al successo dell’Orpheus, lodato come uno degli eventi culturali dell'anno, la compagnia fu invitata al City Center da Morton Baum, presidente del Comitato esecutivo del New York City Center of Music and Drama. La compagnia prese il nome di New York City Ballet ed esordì nell’ottobre del 1948 con Concerto Barocco, Orpheus e Symphony in C. Da allora fino alla sua morte, avvenuta nel 1983, Balanchine fu ballet master del New York City Ballet, coreografando la maggior parte delle produzioni della compagnia.

La sua produzione comprende 425 coreografie, a cominciare da La Nuit, un pas de deux creato durante gli anni di formazione alla Scuola Imperiale, e finendo con Variations for Orchestra, un assolo realizzato per Suzanne Farrell nel 1982. In più di sessant’anni di carriera, Balanchine abbraccia diversi generi, come risulta dall’inventario digitalizzato Choreography by George Balanchine: A Catalogue of Works in cui la produzione è suddivisa in tredici categorie: ballet, ballet for opera, opera, opera-ballet, staged choral works, operetta, concert works, musical theater, theater, circus, film e television. Il suo repertorio ballettistico, in particolare, spazia dai balletti narrativi ai balletti concertanti, da quelli a serata intera a quelli brevi.

Balanchine è indicato come il capofila del balletto neoclassico, così chiamato poiché ripensa la danse d’école in una logica di coerente sviluppo, cercando di adattare l’armonia e le forme della danza accademica all’estetica del tempo in cui sono impiegate. Portò avanti una continua esplorazione dello stile, della composizione coreografica e del vocabolario della danza accademica, applicando una serie di principi che ne ampliarono i confini, come la valorizzazione di ogni parte del corpo o la preminenza della dinamica sulla staticità delle pose. La danza si concretizza sul palcoscenico attraverso forme che sono direttamente fonte di emozione e di senso, tanto che Balanchine ricordava di frequente ai suoi ballerini di non recitare ma di eseguire semplicemente i passi. Di qui il concetto di danza pura, ossia una danza che si allontana da un proposito narrativo. Cruciale è anche la stretta connessione con la musica, a tal punto che la partitura gli suggerisce la struttura coreografica, secondo un procedimento che consente di visualizzare la musica attraverso i movimenti del corpo.

Bibliografia

Barbara M. Fisher, In Balanchine’s company, Wesleyan University Press, 2006

Robert Gottlieb, George Balanchine. The Ballet Maker, New York, Eminent lives, 2004

Lincoln Kirstein, Portrait of Mr. B: photographs of George Balanchine, with an essay by Lincoln Kirstein, New York, Viking Press, 1984

Tim Scholl, From Petipa to Balanchine: classical revival and the modernization of ballet, London, Routledge, 1994

Suki Schorer, Suki Schorer e la tecnica Balanchine, Roma, Gremese, 2009

Moira Shearer, Balletmaster: a dancer’s view of George Balanchine, New York, Putnam, 1987

Bernard Taper, Balanchine: A Biography, New York, Times Books, 1984

Elisa Guzzo Vaccarino, La danza d’arte, Roma, Dino Audino, 2015, pp. 21-57

Solomon Volkov, Balanchine, Ciaikovskij: conversazioni con George Balanchine, Roma, Di Giacomo, 1993

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SMO

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Modificato
05/01/2019

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