Hilverding, Franz Anton Christoph

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Didascalie

1. Le Turc généreux, ballet pantomime di Franz Hilverding, musica di Josef Starzer (Burgtheater, Vienna, 1758). Starzer, direttore del teatro, è rappresentato al clavicembalo, il conte Giacomo Durazzo nel palco a destra. Incisione su carta di Bernardo Bellotto (1759).

Data di nascita
17 novembre 1710
Data di morte
29 maggio 1768
Paese
Categoria
Biografia

Franz Anton Christoph Hilverding (dal 1766 riceve il titolo nobiliare van Wewen) nacque a Vienna. Il padre era marionettista, attore e direttore di compagnie, la madre, invece, proveniva da una famiglia di acrobati. Hilverding studiò alla Scuola imperiale di Vienna e si perfezionò a Parigi con Michel Blondy, noto danzatore dell’Opéra. Tra le principali fonti sulla sua vita, vi è quella del suo allievo Gasparo Angiolini il quale, nelle Lettere a Monsieur Noverre sopra i balli pantomimi, scrisse che Hilverding, dopo un’esperienza a Dresda, ritornò a Vienna nel 1742 e qui lavorò presso il Kärntnerthortheater, il teatro tedesco vicino alla Porta Carinzia, nel quale si rappresentavano balletti comico-grotteschi. L’intervento di Hilverding in questo teatro, a detta di Angiolini, fu volto allo svecchiamento del repertorio, tanto che ne eliminò le farse grossolane, le pulcinellate e le acrobazie dei saltimbanchi a favore di piccole composizioni con 'i caratteri naturali de’ Battitori di grano, de’ Carbonai, degli Zingari ungheresi, de’ Tirolesi, de’ Moravi ec.'.

Dal 1752 al 1758, Hilverding fu maître de ballets anche del Burgtheater, il teatro francese situato presso la Corte, dove erano rappresentati balletti su soggetto serio. Oltre a comporre i balli, Hilverding si occupava delle compagnie di ballo di entrambi i teatri e delle rappresentazioni nelle residenze estive dell’imperatore. Per assolvere i vari compiti, Hilverding era affiancato da diversi collaboratori, tra cui Giuseppe Salomoni e suo figlio Francesco, Antoine Bonaventure Pitrot, Pietro Sodi e Angiolini. Il contributo dei suoi assistenti, la maggior parte dei quali avevano lavorato alla Comédie Française e alla Comédie Italienne di Parigi, la politica filo francese che il conte Giacomo Durazzo stava portando avanti a Vienna e le esperienze parigine di Hilverding, tra cui l'aver assistito alle sperimentazioni di Marie Sallé, furono tutte suggestioni ed esperienze che il coreografo riversò poi nella creazione delle armoniose piccole ed eleganti composizioni basate su diversi soggetti

Nel 1757 Hilverding fu chiamato a lavorare in Russia dall’imperatrice Elisabetta I, mentre il suo posto a Vienna fu dato a Gasparo Angiolini. Quando tornò a Vienna nel 1765, per le nozze di Giuseppe II con Maria Giuseppa di Baviera rappresentò il balletto Le Triomphe de l’amour, a cui presero parte i figli dell’imperatrice Maria Teresa: Ferdinando, Massimiliano e Maria Antonietta, futura regina di Francia.

La prima produzione coreografica di Hilverding risale ai primi anni Quaranta, ma fu nel corso degli anni Cinquanta, e in particolare durante il suo soggiorno a Vienna, che egli definì appieno la sua linea stilistica e poetica. I balletti di questo periodo spaziano dal genere popolaresco (Le Divertissement des Jardiniers, Les Coupers de Bois, La Foire de Village) ad argomenti galanti nel genere dell’opéra-comique (Les Mysantropes e L’inconstant ramené) a titoli mitologici (Orphée et Eurydice, Acis et Galathée, Psiché et l’Amour).

Le sue non erano composizioni fondate esclusivamente sulla tecnica, ma forme miste di pantomima e danza inserite in una articolata struttura coreografica in cui il sentito gesto pantomimico si accordava di volta in volta ai diversi temi affrontati.

Il balletto che viene considerato il culmine della sua opera, in quanto esemplare del lavoro di svecchiamento che stava portando avanti a Vienna, è Le Turc généreux (Burgtheater, 1758), un ballet pantomime composto in onore della visita viennese dell’inviato turco Resmi Achmed Effendi e ispirato al terzo atto dell’opéra-ballet di Jean-Philippe Rameau Les Indes galantes (1735). Dall’incisione del 1759 di Bernardo Bellotto (fig. 1), si possono ricavare diverse informazioni sulla messa in scena, i costumi e le scenografie del balletto, ma, in particolare, si può notare come la disposizione degli artisti in scena sia molto lontana dalle ricorrenti disposizioni geometriche del balletto accademico e più vicina, invece, a un'ispirazione proveniente dalla pittura. 

In conclusione, le composizioni di Hilverding possono essere viste come il sintomo di una fase di transizione che sfocerà nel balletto d'azione e che, a detta di Angiolini, non avevano ancora l’intensità del genere che avrebbe conquistato le scene europee di lì a breve.

Bibliografia

Gasparo AngioliniLettere di Gasparo Angiolini a Monsieur Noverre sopra i balli pantomimi.

Sibylle Dahms, Vienna as a Center of Ballet Reform in the Late Eighteenth Century, in Michael Cherlin, Halina Filipowicz e Richard L. Rudolph (ed.), The Great Tradition and its Legacy. The Evolution of Dramatic and Musical Theater in Austria and Central Europe, New York – Oxford, Berghahn Books, 2003, pp. 153-159.

Flavia Pappacena, Per una Storia della danza. Danza italiana e/o francese? Ripensare il Settecento, in «Acting Archives Review», a. V, n. 9, maggio 2015, pp. 84-156.

Flavia Pappacena, Il Settecento e l'Ottocento, II vol., in Ornella Di Tondo, Flavia Pappacena e Alessandro Pontremoli, Storia della danza in Occidente, 3 voll., Roma, Gremese, 2015.

Rebecca Harris-Warrick, Bruce Alan Brown (ed.), The Grotesque Dancer on the Eighteenth-Century Stage. Gennaro Magri and His World, Madison, University of Wisconsin Press, 2005.

Marian Hannah Winter, The Pre-Romantic Ballet, Pitman Publishing, London 1974.

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05/01/2019

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