Vestris, Gaetano

Immagini (Secondarie)
Didascalie
  1. Ritratto di Gaetano Vestris realizzato da Thomas Gainsborough (1781).
  2. Acquatinta caricaturale pubblicata da John Boydell, incisore di Cheapside, Londra, nel 1781 in cui sono rappresentati i danzatori Giovanna Baccelli, Gaetano Vestris e Adélaïde Simonet nel balletto di Noverre Jason and Medea riprodotto da Vestris a Londra nel 1767.
Data di nascita
18 aprile 1729
Data di morte
23 settembre 1808
Paese
Categoria
Biografia

Gaetano Vestris, il cui nome all’anagrafe è Gaetano Apollino (o Apolline) Baldassare Vestri, era uno degli otto figli di Tommaso Maria Ippolito Vestri e Violante Beatrice Buscagli (o Bruscagli), entrambi di Firenze. Dopo varie peregrinazioni in giro per la Penisola, questa famiglia di quasi tutti artisti giunse a Parigi nel 1747. Qui Gaetano studiò presso l’Académie Royale de Musique e vi debuttò nel 1749 con grande successo. In seguito perfezionò la tecnica sotto la direzione del celebre ballerino dell’Opéra Louis Dupré che al ritiro dalle scene nel 1751 gli lasciò il suo posto all’interno dell’Opéra. 
Nel 1753 Gaetano fu nominato membro dell’Académie Royale de Danse. Nel biennio 1754-1755, dopo una serie di questioni nate in seno all’Opéra e per le quali fu rinchiuso in carcere, Vestris prese congedo dal teatro parigino e accettò ingaggi a Berlino e a Torino. Qui lavorò come direttore e compositore dei balli. 
Alla fine del 1755, Gaetano riprese la sua posizione all’Académie Royale de Musique. Negli spettacoli del periodo si esibiva spesso in coppia con la sorella Teresa ricevendo elogi e gratifiche dal pubblico e sui fogli delle gazzette. Venivano lodate la sua nobiltà, leggerezza, precisione, la correttezza delle sue posizioni e il genio pittorico della sua danza. 
Nel 1761 Gaetano affiancò come maître e compositeur de ballet il maître de ballet in carica dell’Opéra, Jean-Barthélemy Lany. 
A Stoccarda (Hoftheater, 11 febbraio 1763), danzò nel balletto Médée et Jason di Jean-Georges Noverre nel ruolo di Giasone (suo fratello, Angiolo, era Creonte e un’allieva di Noverre, Mlle Nency, era Medea). Nello stesso anno, Gaetano ripropose il balletto per il re e la regina, a Parigi, al teatro del castello di Choisy, ma arrangiato a suo gusto. Questa versione di Vestris fu poi ripresa nel 1770 all’Opéra e in entrambe le occasioni il vero creatore del balletto, Noverre, non fu mai menzionato (si veda a riguardo Lettres sur la danse et les ballets ed. di San Pietroburgo del 1803, Avvertenza al tomo II).
Il 14 dicembre 1767, dopo varie vicissitudini con il teatro parigino, Vestris fu reintegrato come primo ballerino esibendosi con la danzatrice Marie-Madeleine Guimard in una “pantomime très voluptueuse” nel balletto del quarto atto della tragédie lyryque Dardanus di Jean-Philippe Rameau.
Dal 1770 al 1776 fu il principale maître de ballet (affiancato dal 1772 da Jean Dauberval); ottenne in seguito anche il posto di direttore delle scuole di ballo. Tra i suoi allievi figurano Maximilien e Pierre Gardel, suoi successori nel genere noble. 
Nel 1772 fece debuttare il figlio Auguste, avuto da Marie Allard, con cui si esibì l’anno successivo insieme alla Guimard in Endymion, balletto di sua composizione.
Nel 1780, non appena fece avere ad Auguste il posto di premier sujet all’Opéra, si recò insieme al figlio in Inghilterra per un ingaggio di sei mesi dove insieme ottennero un grande trionfo.
Vestris si ritirò dalle scene ufficialmente il 12 maggio 1782, insieme a Anne Heinel, prima ballerina dell’Opéra, che divenne poi sua moglie e dalla quale ebbe un altro figlio. Continuò ad insegnare privatamente, non solo ai danzatori, ma anche agli attori, come dimostra una lettera (del 14 luglio 1788) del padre di François-Joseph Talma in cui suggerisce al figlio attore di perfezionare la propria gestualità con Gaetano Vestris.
Dopo la Rivoluzione, Gaetano, non avendo economizzato i suoi guadagni ed essendogli stata soppressa la pensione, si trovò a dover vendere una sua proprietà e a chiedere al figlio Auguste di intercedere per lui affinché potesse ancora danzare per mantenersi. Così nel 1797, a sessantotto anni, tornò sulle scene. Nel 1800 si esibì ancora, in uno spettacolo eccezionale dato all’Opéra in cui comparivano le tre generazioni Vestris: Gaetano, Auguste e Armand che debuttava come allievo del nonno Gaetano.
Gaetano Vestris, Diou de la danse (dio della danza), come veniva soprannominato tra l’ironia e l’omaggio, fu capace di arricchire lo stile noble francese con un tocco fiammeggiante italiano, pur rispettando la tecnica tradizionale e i modi del suo predecessore Louis Dupré. Con la sua elegante figura, il portamento nobile, la tecnica perfetta, oltre alle capacità mimiche e di espressione, fu uno dei primi ballerini “divi”. 
Vestris ebbe la capacità di intuire la nuova direzione che la danza teatrale, sotto l’influenza dell’illuminismo, stava prendendo, adeguandosi al modello mimico di Noverre ispirato alla gestualità carica di tensione degli attori drammatici come David Garrick e Lekain. 
Benché interprete eccezionale, pare sia stato un mediocre compositore di balli, almeno a detta del biografo Gaston Capon, lasciando solo due opere interessanti: Endymion e Nid d’oiseau.

Bibliografia

Gaston Capon, Les Vestris: le “diou” de la danse et sa famille, 1730-1808: d’après des rapports de police et des documents inédits, Paris, Société du Mercure de France, 1908.

Mara Fazio, Francois Joseph Talma, primo divo: Teatro e Storia fra Rivoluzione, Impero e Restaurazione, Milano, Leonardo arte, 1999, p. 28.

Guest Ivor, Vestris family, in Encyclopædia Britannica.

Flavia Pappacena, Il Linguaggio della danza classica: guida all’interpretazione delle fonti iconografiche, Roma, Gremese, 2012.

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Modificato
27/05/2020

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