Solera, Temistocle

Data di nascita
15 dicembre 1815
Data di morte
21 aprile 1878
Paese
Stile
Categoria
Biografia

Librettista e compositore, Temistocle Solera nacque a Ferrara il 25 dicembre 1815, figlio del patriota Antonio Solera e di Marianna Borni. A causa della sua attività cospirativa nella Carboneria, il padre fu arrestato nel gennaio del 1820 e il 18 maggio 1821 fu condannato a morte, pena poi commutata in venti anni di carcere duro nella fortezza dello Spielberg. Il giovane Temistocle trascorse così l’infanzia in esilio, studiando dapprima a Vienna, presso il Collegio Imperiale, poi a Milano e a Pavia. A poco più di vent’anni pubblicò due raccolte poetiche che conobbero una buona accoglienza da parte dei lettori milanesi, aprendosi così le porte anche al vivace ambiente teatrale cittadino. In particolare, nel 1839 Giuseppe Verdi musicò la sua poesia L’esule e l’impresario Bartolomeo Merelli gli affidò la revisione del libretto Oberto conte di San Bonifacio, scritto da Antonio Piazza: rappresentato la prima volta al Teatro alla Scala il 17 novembre dello stesso anno, il melodramma costituì il debutto di Verdi come autore operistico.

Nel 1840 Solera esordì a sua volta sulle scene teatrali con il «dramma in due atti» Ildegonda, di cui firmò sia il libretto che la partitura; seguirono il «melodramma» Il contadino d’Agliate, rappresentato sempre alla Scala con testo e musica di Solera, nonché altri due libretti per il Teatro San Benedetto di Venezia (I Bonifazi ed i Salinguerra, musica di Achille Graffigna) e per il Teatro Filarmonico di Verona (Galeotto Manfredi, musica di Carlo Hermann), risalenti alla prima metà del 1842. Nello stesso periodo, Solera tornò a collaborare con Verdi, per il quale scrisse il libretto del «dramma lirico» Nabucco, che debuttò alla Scala il 9 marzo 1842 portando al successo entrambi gli artisti. La loro collaborazione continuò nei tre anni successivi con due ulteriori «drammi lirici» destinati al Teatro alla Scala, ossia I lombardi alla prima crociata (carnevale 1843) e Giovanna d’Arco (carnevale 1845). Solera lasciò invece incompiuta la stesura del libretto di Attila per trasferirsi in Spagna al seguito della moglie, il soprano Teresa Rosmina, cosicché l’opera giunse alle scene grazie al lavoro di Francesco Maria Piave e, messa in musica da Verdi, debuttò presso il Teatro La Fenice di Venezia il 17 marzo 1846.

A Madrid, Solera intraprese diverse attività, tra cui quelle di impresario, direttore d’orchestra e giornalista, ma tornò presto in Italia, dove cercò inutilmente di riallacciare i contatti con Verdi, il quale non accettò mai più alcun tipo di collaborazione con lui, pur aiutandolo economicamente in forma anonima. Stabilitosi a Milano, negli ultimi venticinque anni della sua vita Solera scrisse alcuni libretti per diversi compositori ora pressoché sconosciuti, mentre le sue condizioni finanziarie divennero sempre più difficili. Ridotto all’indigenza, Solera morì a Milano il 21 aprile 1878. I suoi melodrammi di maggior successo, legati al nome di Verdi, si distinguono per lo spiccato senso teatrale, il linguaggio espressivo, l’abilità nel dar vita a contenuti emozionali e patriottici, infine per la forza propulsiva del suo stile di versificazione.

Bibliografia
  • Paola Daniela Giovanelli, La storia e la favola dell'Oberto. «Studi verdiani», 2 (1983), pp. 29-37.
  • Friedrich Lippmann, Grossi – Solera – Verdi: I Lombardi alla prima crociata. In: La drammaturgia verdiana e le letterature europee, a cura di Francesco Degrada, Giuseppe Grioli, Carlo Ossala, Giovanni Morelli, Pierluigi Petrobelli e Cesare Questa, Roma, Accademia Nazionale dei Lincei, 2003, pp. 191-205. 
  • Mercedes Viale Ferrero, Giovanna d'Arco in palcoscenico: Dal dramma di Schiller al ballo di Viganò all'opera di Verdi. In: Schiller und die Musik, a cura di Helen Geyer, Wolfgang Osthoff e Astrid Stäber, Colonia, Böhlau, 2007, pp. 133-148. 
  • Anselm Gerhard, Verdi's Attila: A Study in Chiaroscuro. «Cambridge Opera Journal», 21, 3 (novembre 2009), pp. 279-289.
  • Francesco Izzo, Verdi, Solera, Piave and the libretto for Attila. «Cambridge Opera Journal», 21, 3 (novembre 2009), pp. 257-265.

Libretti

Opere

Interpretazioni e altri documenti

Opere danza

Autore scheda
GVI

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Modificato
05/01/2019

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